Di contro, quando di xylella presero a discettare cantanti e attrici comiche, capì che il tempo dei palpitiera ricominciato.
Al momento della diagnosi, nel lontano ottobre 2013, nessuno prese la faccenda sul serio, come spesso accade per le questioni agricole, soprattutto meridionali. Sul momento si pensò che si trattasse di una delle tante occasioni per muovere qualche soldo.
Si sa, nel sud se chiove è facile girarla ad alluvione e se nu cchiove è altrettanto facile girarla a sìccita (attenzione: l’accento va sulla ì e non sulla a). In entrambi i casi si allestisce amplissimo corale, dalle frange più estreme della destra, fino alla sinistra più radicale con controcanto di associazioni di categoria e organizzazioni sindacali per strappare quella Dichiarazione dello Stato di Calamità Naturale che gode dello stesso statuto di una Sospensiva del TAR, del sigaro e della Croce di Cavaliere. Tutta roba che in genere non si nega a nessuno.
Mo’ veramente a Palazzo Chigi si sono fatti più di braccino corto sulle Calamità Naturali, ma, di solito, sotto elezioni, si calano.
Si capisce che la Dichiarazione etc. etc. è come un trofeo che il deputato locale, il consigliere, l’assessore, il sindaco devono agitare vittoriosamente in conferenze stampa appositamente convocate con adeguato concorso di media locali sempre attentissimi alle rivendicazioni territoriali che, inutile sottolinearlo, sono, per definizione, legittime.
Naturalmente mentre il parassita si smangiugghiava qualche uliveto, nacque dottissima discussione se fosse il caso di mettere la questione nelle mani di un commissario o meno e ci volle il suo tempo sia per decidere di ricorrere a un commissario e ancora altro tempo per sceglierlo che, avvicinandosi la scadenza elettorale, poteva trattarsi di ruolo golosamente concupito da questo e quello. Ma alla fine, con tutta calma e dopo aver liquidato la pratica delle primarie nel centro sinistra, si trovò una quadra, per così dire, istituzionale.
E venne il turno del tourbillon degli esperti a dire la loro fino a quando non si espressero il cantante e l’attrice comica.
E mo’?
Mo’ possiamo cominciare a sperare che di Guzzanti in Guzzanti e di Albano in Romina, della xylella si accorga Chil’avvisto, che uno la vede e telefona o Cc’èppostapertè dove si ritrovano un cozzalo e una ppoppeta che non si vedevano dai tempi della filossera.
E’ che siamo sfigati e terroni se no la xylella già aveva infestato l’isoladeifamosi e sarebbe diventata oggetto di aspra polemica nel demi monde del NoStopTalkShow che procede a reti unificate.
Ma diciamo la verità: la xylella è un problema del Sud del Sud, già sopra a Oria non gliene frega niente a nessuno.
Mo’ pensate se c’era una xylella marina che fotteva gli allievi o le cozze pelose o i taratuffi e ditemi se non diventava subito una questione nazionale e se non si sarebbe dovuto decretare immediatamente lo Stato di Calamità Alimentare per tutta l’area dalla Forcatella almeno fino a Palese e Santo Spirito.
Certo, adesso che Albano e Sabrina Guzzanti sono scesi in campo il rischio che il NoStopTalkShow metta le mani sulla xylella c’è e gli esiti potrebbero essere micidiali.
Per trovare una ragione di speranza corro a trovare un amico che ha un uliveto proprio nell’occhio del ciclone, tra Nardò e Maglie.
Mi porta a vedere le piante, circa trecento. Le mostra con orgoglio. Sono tutte in ottima salute.
Implora l’anonimato per paura degli Eradicatori Folli. Mi dice che a costo di sacrifici grandi, irriga, concima, fresa, ara e soprattutto pota e tiene puliti gli alberi dai polloni. Piante sane e curate e non una traccia di secco.
E’ un uliveto antico e tra i filari pianta verdure d’ogni genere che tengono compagnia agli ulivi e magari li tengono allegri.
“Se hai un anziano in casa, ci stai attento perché mangi e beva né troppo né troppo poco, che prenda le medicine agli orari stabiliti e ne hai cura. Questi ulivi c’erano già quando sono nato e c’erano già quando sono nati mio padre e mio nonno. Tocca averne cura. “