I sommelier si raccontano – Pavla Slizova
Con la diffusione della cultura del vino si è andata sempre più affermando una nuova figura, quella del Sommelier. Questa rubrica raccoglie le dirette testimonianze di quanti si sono fatti coinvolgere, per ragioni professionali o per semplice passione, in questo percorso di conoscenza.
Noi ospitiamo le loro storie, a nostra volta per conoscerli di più.

Non fu per niente facile spostarmi dalla mia bellissima Praga di cui ero e sono tutt’oggi sempre più fortemente innamorata. Dunque non volevo per niente staccarmi dalla mia terra e dal popolo Ceco. Ma l’ho fatto. Così , dopo aver chiuso una vita da lavoratrice e studentessa di management aziendale, pagato l’ultimo affitto, presi con me una valigia per andare in Italia, un paese la cui lingua era per me totalmente sconosciuta. I miei genitori non erano d’accordo, ma non vivendo più con loro, potevo prendere la mia decisione liberamente.

Ed è lì che, durante un wine dinner, ho potuto sperimentare per la prima volta l’abbinamento cibo/vino. Si trattava, in particolare, di vini e cucina pugliesi. Rimasi fortemente impressionata dalle sensazioni piacevoli che emergevano nella mia bocca nel degustare un primitivo accompagnato a piatti estremamente semplici ma raffinati. A quel’ epoca ero ignorante in materia di vino anche perché venivo da un paese dove il consumo di birra è predominante e la cultura enogastronomica praticamente inesistente. Da subito provai grande ammirazione per il popolo pugliese che riusciva a godere dei piaceri della tavola senza fretta e con grande gusto, apprezzando il fatto che loro mangiano perché fa parte della cultura e non perché “si deve”. Si mangia sempre con tante altre persone, ogni piatto si accompagna un calice di vino diverso, e quando si finisce di mangiare si smette anche di bere. Ad un pugliese sembra ovvio, ma vi assicuro che non lo è in nessun altro paese. Sono cresciuta credendo che il cibo fosse solo nutrimento e che essere golosi fosse una cosa negativa. Qui in Puglia le mie pupille gustative si sono finalmente svegliate!
La mia vita cambia radicalmente quando nel 2011, durante il Vinitaly, feci la conoscenza del dott. Losapio – un enologo bergamasco che mi ha aperto le porte della sua azienda Uggiano nel cuore di Colli Fiorentini, immersa nel verde fra monasteri, chiese e ville di campagna. Lo staff di Uggiano era fatto di persone giovani ma molto competenti e sempre pronte per affrontare sfide nuove. Cominciai allora a lavorare nella loro squadra come export manager, sempre in viaggio tra Brindisi e Pisa e Pisa ed il mondo. Il dott. Losapio mi fece conoscere i grandi vini toscani e mi spiegò i processi enologici e tuto questo alimentò il mio amore per la bellissima Toscana sin da subito. Mi sembrava incredibile assaggiare i miei primi Super Tuscan e approfondire le mie conoscenze sui vini. Il dott. Losapio è stato per me sorta di enciclopedia vivente, sempre pronto a rispondere alle mie domande. E stato lui a portare lo stile francese nei suoi vini, avendo studiato enologia a Bordeaux. Dopo non molto partimmo insieme per il Vinexpò per promuovere e vendere i suoi vini ed ebbi l’opportunità di assaggiare per la prima volta i grandi vini bordolesi, i primi Pomerol, Saint-Emilion, Haut-Médoc… Mi resi conto dell’infinità di sapori nel mondo de vino. Il cuore mi batteva sempre più forte.

Nel 2013 nel ristorante Vesuvio in Champse-Elisee mi innamoro a prima vista dopo aver sorseggiato i vini di Zaccagnini. Guardavo quella bellissima bottiglia con un tralcetto al collo e provavo un forte desiderio di assaggiarla. Il mio palato è rimasto colpito dall’armonia ed eleganza di questo Montepulciano di Abruzzo! La passione per questo vino si scatena. Così, chiedo un colloquio all’azienda per poter lavorare con loro. Incontro l’ enologo Concezio Marulli che con entusiasmo mi spiega altre cose di vino nel suo laboratorio. Incontro un grande export manager, Angelo Ruzzi, grande fonte di ispirazione professionale. Da lui ho imparato sulla determinazione ed il raggiungimento degli obiettivi. All’epoca mi disse: ” fare l’export di vini è una droga, attenzione”. A distanza di 4 anni confermo che lo è sul serio. E mi drogo costantemente, ormai non posso tornare indietro.
Scoprendo una certa sensitività del mio palato e dopo molto incoraggiamenti da parte del dott. Losapio, sento una voglia infrenabile di andare oltre. Volevo conoscere tutto del vino. Durante una fiera ad Arezzo mi fermai allo stand dell’ AIS e incominciai a sfogliare i libri del corso per sommelier. Ormai decisa, nel 2013 mi sono iscritta con mio marito al corso che cambiò e la mia vita professionale e quella di coppia per sempre, visto che ogni sera a casa nostra non si parla altro che di vino.

Nel 2015 divento sommelier Ais e l’anno successivo supero l’esame WSET2. L’anno 2016 è stato un anno particolarmente ricco di soddisfazioni professionali. Ho incontrato molta gente con tanta voglia di conoscere il mondo del vino e mi sono sentita pronta a rispondere alle loro domande, grazie alla preparazione acquisita con i corsi.
Quando ho del tempo libero cerco di tornare a casa in Repubblica Ceca, dove mi diverto ad organizzare sempre diverse degustazioni, il cui successo mi rende molto felice e mi fa sentire di aver preso la direzione giusta nella mia vita. E sono certa il futuro mi riservi altre piacevoli sorprese.










