Sognava di fare la Commercialista ma per una Dichiarazione dei Redditi sbagliata prima e l’amore per Piernicola Leone de Castris poi, ha riposto nel cassetto la Laurea in Economia per dedicarsi anima e corpo all’Azienda ‘rosa’ (di nome e di fatto). Alessandra Della Tommasa, non solo ha dichiarato amore eterno all’erede di una delle più antiche Cantine del Salento ma ne ha sposato la storia, i ricordi, le tradizioni con grande umiltà. Donna Lisetta l’avrebbe, sicuramente battezzata, “The sixth rose” . Moglie, mamma ed imprenditrice, a volte anche operaia, non ama gli architetti, non litiga con nessuno e adora le poesie che le dedica il buon Vincenzino, un giovanotto di 90 anni cresciuto a pane e vino. Rigorosamente Leone de Castris.
Alessandra, come ha conosciuto Piernicola Leone de Castris?
Le nostre Famiglie si conoscevano già. Io avevo la mia vita, lui la sua e casualmente ci siamo incontrati ad una cena del Rotary Club. Abbiamo parlato a lungo e poi mi ha chiesto di uscire. Ed è andata avanti per quasi due anni fino a quando gli ho detto: “Ci decidiamo a sposarci perchè stiamo facendo grandi?” E così ci siamo sposati.
E sono nati due splendidi bambini: Marialuisa e Piersalvatore. Che mamma è?
Cerco di essere sempre presente, nonostante tanti impegni. Ma la sera quando torno a casa controllo che abbiano fatto tutti i compiti, ripetiamo la Letteratura e durante i fine settimana stacco il cellulare per dedicarmi a loro completamente, ai loro bisogni di ragazzi adolescenti.
E nella vita di tutti i giorni che donna è?
Sono una pacifista di fondo, nonostante sia una persona molto rigida. Sicuramente do tanto ma pretendo tanto. Non mi spaventa il sacrificio, il lavoro, anzi, pur vivendo circondata da operai spesso tolgo la giacca ed inizio a lavorare anche io insieme a loro.
E quando non lavora, di cosa si occupa?
Mi piace fare lavori di riciclo. A casa ho una stanza dove creo oggetti con materiale di scarto. Poi, mi piace cucinare, leggere, scrivere e coccolare il mio terzo figlio, Mapi (un cane meticcio di 13 anni). L’unico che mi ascolta a casa.
Qual è il ricordo più bello legato alla sua infanzia?
Ho vissuto un’infanzia stupenda: le domeniche dai nonni, l’allegria dei pranzi di Natale. Per mia madre era sempre festa, apriva le porte della nostra casa a tutti. D’estate alla casa a mare c’erano friselle per tutta la spiaggia. Mio padre era caratterialmente opposto ma l’amava tanto. E poi non posso dimenticare quando partivamo ad agosto per Cortina. Due mesi prima la mamma apriva un baule e diceva a me, a mia sorella e a mio fratello: “Buttate dentro tutto quello che volete”. Erano momenti magici.
Era molto legata ai suoi genitori?
Moltissimo. Ho impresse nella mia mente le immagini della mia adolescenza che secondo me doveva essere per sempre. La loro perdita è stata devastante. Mi manca sentire la loro voce ma si impara a convivere con il dolore. Oggi, insieme a quei meravigliosi ricordi, mi rimane il diario della mia mamma che leggo ogni sera.
Ha una vita piena: mamma, moglie, imprenditrice. Rifarebbe tutto quello che ha fatto?
Bella domanda. Penso di si. Forse col senno di poi avrei dato più importanza alle diverse possibilità dei viaggi all’estero. Molte cose, purtroppo, si comprendono dopo ma ho fatto tutto quello che desideravo fare, senza rimorsi. Ho avuto altre esperienze sentimentali importanti ma oggi ho con me la mia famiglia, mio marito e i miei figlie che sono il bene più prezioso.
A casa, ovviamente, si beve solo vino Leone de Castris.
A casa non c’è mai vino. Quando lo faccio presente a mio marito, cerca di recuperare una bottiglia e prende la prima che gli capita e che magari non va bene con la pietanza della cena.