Il Piano faunistico venatorio regionale è stato argomento della seduta congiunta delle commissioni II e IV, presiedute da Filippo Caracciolo e Donato Pentassuglia, in cui sono stati ascoltati i rappresentanti delle associazioni venatorie e il referente della struttura tecnica dell’assessorato. Assente invece, come stigmatizzato dai commissari, l’assessore competente, Leonardo di Gioia.
Ad illustrare la questione, il consigliere regionale di FI Giandiego Gatta, che ha richiesto le audizioni per raccogliere le sollecitazioni dei cacciatori la cui attività verrebbe ulteriormente limitata da una proposta che mira ad aumentare – dagli attuali 200 metri a 500 – la porzione di fascia costiera interdetta alla caccia. “Una restrizione che – ha spiegato Gatta – presenta non solo criticità e incongruenze di natura giuridica, ma che pregiudicherebbe anche le attività turistiche e imprenditoriali del litorale.
In Puglia infatti – ha ricordato – esistono già oasi di protezione per preservare le rotte migratorie e il territorio su cui non è possibile cacciare è di molto superiore alle percentuali fissate dalla legge. Quello che viene meno invece è il diritto a praticare, nel rispetto delle leggi, un’attività regolarmente riconosciuta”.
“Il problema deriva – secondo Federcaccia e Arcicaccia – dal fatto che non si tenga presente, nel computo delle aree interdette, delle zone su cui insistono agrumeti, vigneti e delle stesse fasce di rispetto dei Parchi, che restringono drasticamente il territorio su cui praticare l’attività”.
Arcicaccia e Cpa hanno posto inoltre la necessità di riperimetrare gli ambiti territoriali di caccia, con particolare riferimento ai casi di Fasano (che ha chiesto di essere annesso nell’Atc murgiano) e di Squinzano (che non è d’accordo sull’annessione a Brindisi) e di modificare gli indici di densità venatoria.
Enalcaccia e Italcaccia hanno ribadito la contrarietà a introdurre nuove zone di protezione sostenendo che se tali iniziative sono dettate dall’esigenza di arginare il bracconaggio, il modo più corretto sarebbe quello invece di rafforzare le attività di vigilanza.
A margine degli interventi hanno preso la parola il presidente Donato Pentassuglia e i commissari Renato Perrini, Domenico Damascelli e Gianluca Bozzetti che hanno rimarcato in maniera dura l’assenza dell’assessore Di Gioia e concordato di redigere un documento per sollecitare il Governo regionale a recepire le istanze dei cacciatori. Enzo Colonna, pur condividendo la necessità di approntare un piano che assicuri il rispetto delle leggi, ha invitato alla cautela per scongiurare il rischio di compromissione.
Nelle more della redazione del nuovo Piano – l’ultimo risale al 2014 – Pentassuglia ha annunciato che “richiederà, visti i tempi lunghi delle procedure, il commissariamento del Parco Terra delle Gravine e la ridefinizione dei confini. Su sollecitazione dello stesso consigliere infatti, il referente della struttura tecnica dell’assessorato, ha comunicato che il Piano sarà ultimato entro la fine della settimana, dopodiché dovrà essere trasmesso alla Sezione Ecologia per il rilascio della Vas entro il termine dei 90 giorni.