Lotta al caporalato
Trasporti, incontro domanda-offerta di lavoro, accoglienza-integrazione.
Le proposte di CGIL, FLAI, INCA
La legge di contrasto allo sfruttamento e al caporalato, la 199/2016, ci fornisce un quadro normativo straordinario che va attuato al più presto. Di certo le istituzioni locali e la Regione, possono giocare un ruolo altrettanto importante per incrementare le azioni che servono ad aggredire gli interessi di chi sfrutta i lavoratori nel settore agricolo, in Puglia come in altre regioni.
Obiettivo della Cgil, della Flai e dell’Inca vuole essere quello di contribuire a individuare soluzioni per debellare la piaga dello sfruttamento, del caporalato e dell’illegalità diffusa che pervade il mercato del lavoro nel settore primario, agendo su più fronti.
Occorre, infine, ricordare che la Puglia è interessata, per le province di Bari, Foggia e Lecce, anche dal Protocollo sperimentale firmato il 27 maggio 2016, con i Ministri delle Politiche Agricole, del Lavoro e dell’Interno, diverse associazioni, i sindacati e la stessa Regione Puglia. In esso sono contenute diverse azioni volte all’accoglienza e all’integrazione per i migranti che arrivano nel nostro paese.
- Il settore agricolo in Puglia
Gli indicatori economici delineano di un settore in forte crescita. Nel 2016 si è registrato un record delle esportazioni di prodotti agroalimentari per un valore di 632 milioni di euro, con una crescita del 6%, superiore al dato medio nazionale. Nel dettaglio performance triple registra il settore del vino. A contribuire a questi successi i 190mila lavoratori censiti dagli elenchi anagrafici Inps, di questi 43mila stranieri. Un settore che registra però tassi di illegalità rilevanti: l’attività di vigilanza nei primi nove mesi del 2016 in agricoltura nelle sei province pugliesi ha registrato una media del 60% di posizioni irregolari. Al quale si somma l’insostenibile condizioni dei lavoratori stranieri costretti a vivere in migliaia in villaggi di fortuna, malsani e insicuri. Un ultimo dato va registrato: in una regione come la Puglia con una vasta superficie agricola e oltre 250mila imprese censite, le attività ispettive sono state appena 1.582. Tutto il contrario della “militarizzazione” o “presenza oppressiva” che lamentano alcune associazioni di imprenditori. Le ispezioni continuano ad essere poche e questo fa prevalere una cultura dell’illegalità che causa danni al sistema economico e previdenziale della regione e del Paese.
- Proposte e risorse
Insieme all’azione di controllo e repressione che va potenziata, con azioni mirate delle forze dell’ordine sulle strade, sui ghetti – vecchi e nuovi vanno smantellati tutti ma prevedendo per tempo soluzioni abitative alternative inserite in un quadro complessivo di accoglienza e integrazione -, al lavoro dell’Ispettorato, anch’esso più indirizzato e selezionato per colpire laddove è più concentrato il fenomeno della violazione delle norme, con un impegno costante per tutto l’anno, vanno messe in campo azioni positive. Sul fronte dei trasporti, dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, dell’accoglienza e integrazione dei lavoratori stranieri.
Al di là delle risorse ordinarie che si possono attivare, un contributo importante in questa direzione possono darlo le risorse rivenienti dal “Protocollo sperimentale (PON Legalità e FAMI), che si vanno a sommare alle risorse comunitarie, riveniente da Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr) e dal Fondo Sociale Europeo (Fse).
- Trasporti
L’Asse 7 del Fesr dedica un’azione specifica al Trasporto pubblico locale. Riteniamo che nell’ottica perseguita dal Piano regionale dei trasporti che a quest’asse attinge per razionalizzare il trasporto su gomma e ferro, con una dotazione finanziaria di 171 milioni di euro, debbano individuarsi misure per il trasporto dei lavoratori verso e dai i luoghi di raccolta e lavorazione dei prodotti agricoli. Nello specifico crediamo che d’intesa con i maggiori comuni interessati si possano attivare linee dedicate, con orari e percorrenze da concordare e un sistema tariffario adeguato all’obiettivo che si persegue, per sottrarre lavoratori e lavoratrici, italiani e stranieri, al ricatto dei caporali.
Un esempio: se da San Giorgio Ionico, il paese di Paola Clemente, ogni giorni e per un lungo periodo estivo si spostano 50 o 100 lavoratrici verso il Nord Barese o altri centri, si può attivare una convenzione con una delle aziende del Consorzio di trasporto pubblico locale, riconosciuto dalla Regione, allestendo una o più linee specifiche.
Una Regione che ha pensato di attivare linee dedicate ai giovani che nei fine settimana frequentano le discoteche, per sottrarli all’uso dell’auto in condizioni di stanchezza o non piena lucidità, in una logica di servizio pubblico può e deve lavorare in questa direzione. In questo senso proponiamo un tavolo urgente all’assessore regionale ai Trasporti, assieme e istituzioni e parti datoriali.
Inoltre riteniamo che sia utile, sempre nel confronto con l’assessore regionale ai trasporti, mettere a punto una rete di trasporti che non necessariamente sia svolta sulle lunghe percorrenze, come l’esempio di cui sopra, ma che sia in grado di servire quei lavoratori migranti o anche italiani che sono nelle vicinanze delle imprese agricole dove è richiesta manodopera. Questo tipo di trasporto dovrebbe svolgersi con pulmini più piccoli e agili dei pullman da granturismo. Infatti è impensabile che questi ultimi possano percorrere quel dedalo di “strade bianche” (non asfaltate), che si dirama per chilometri e chilometri nelle campagne pugliesi, al fine di accompagnare i lavoratori sul campo nel quale dovranno lavorare.
- Incontro domanda/offerta di lavoro
La Regione interviene con risorse estremamente importanti per il rafforzamento dei Centri per l’impiego pubblici e privati, con una dotazione di 142,5 milioni di euro a valere sull’asse 8.10 del Fse. Va allora sottoscritto con la Regione un’intesa affinché presso i Centri per l’impiego si attivi un servizio specifico con personale dedicato all’ iscrizione nelle “liste di prenotazione”, attraverso un’intesa con organizzazioni sindacali e datoriali, per formare elenchi dai quali le imprese possano poi assumere. Ben consapevoli che in agricoltura la deperibilità dei prodotti e gli eventi atmosferici sono fattori che richiedono una certa flessibilità, ma che non può essere un alibi per la deregolamentazione del mercato del lavoro e per una cessione di sovranità sul mercato del lavoro agricolo ai caporali e ad agenzie, che rappresentano un fenomeno evoluto di moderno caporalato e sfruttamento del lavoro.
- Accoglienza
In premessa va ricordato che le norme assegnano alle imprese l’obbligo di garantire l’alloggio per i lavoratori stagionali stranieri. Così come rispettando i contratti ogni lavoratore avrebbe garantito un reddito tale da spingerlo a cercare un alloggio nel libero mercato degli affitti, nei centri prossimi ai luoghi di lavoro. Crediamo in ogni caso che una serie di iniziative sia possibile e doveroso attivarle, soprattutto per fornire una risposta nei periodi più caldi, legati alla stagione delle grandi raccolte e identificabile con i mesi che vanno da giugno ad agosto, quando migliaia di lavoratori stranieri stagionali si spostano in Puglia.
Crediamo sia necessario in primis definire un censimento degli immobili pubblici, edifici rurali e masserie abbandonate, immobili confiscati alla criminalità organizzata, edifici demaniali che possono essere opportunamente allestiti nei periodi estivi per l’accoglienza. Ancora, va pubblicizzato il fondo regionale di 500mila euro che concede incentivi alle imprese che fanno accoglienza. Così come una parte dei 13 milioni previsti nel piano operativo per le politiche abitative può essere destinata ad azioni che favoriscono l’affitto per cittadini stranieri. Infine è indispensabile lavorare a progetti per “Campi di ospitalità” – sempre nell’ottica di affrontare l’emergenza dei periodi estivi – i cui fondi possono rivenire dall’ultimo decreto immigrazione presentato dal ministro Minniti. Si tratta di misure che vanno nella direzione a allargano le opzioni e le indicazioni già previste nel Protocollo sperimentale nazionale.
- Assistenza/integrazione
Per affrontare lo stato di fragilità sociale degli immigrati è opportunamente prevista una misura specifica del Fse, la 8.1, con una dotazione di 10 milioni di euro. E’ rivolta all’orientamento, all’occupazione, alla formazione, all’assistenza fiscale, previdenziale e legale dei cittadini stranieri. Individua oltre che nelle Regioni stesse anche negli enti di patronato e formativi i soggetti attuatori delle misure.
Inoltre è necessario prevedere un potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori dei loro diritti contrattuali, di legge e sulla salute e sicurezza sul lavoro, prevedendo l’aiuto anche di mediatori culturali.
Istituzione di centri di servizio e di assistenza socio-sanitaria, in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore e con le parti sociali, per i lavoratori migranti, nei quali possa avvenire lo scambio culturale con cittadini italiani necessario all’integrazione attraverso la promozione di iniziative culturali, corsi di lingua italiana e attività finalizzate ad imparare un lavoro.
- Conclusioni
Riteniamo che questo mix di interventi, da una parte di contrasto e repressione dall’altra di politiche attive, possa consentire alla Puglia – che ha nell’agricoltura un parte importante del proprio tessuto produttivo e di capacità di stare sui mercati – di diventare regione vessata da caporalato e sfruttamento a laboratorio nel Paese per il rispetto dei diritti. Avendo da sempre la consapevolezza che per la Cgil e la Flai non vi è distinzione tra lavoratrici e lavoratori italiani e stranieri. Insieme sono sfruttati, insieme intendiamo difenderne i diritti.
Alle associazioni datoriali lanciamo una sfida che è anche una proposta di collaborazione. Il caporalato e l’illegalità non incidono soltanto sui diritti e la vita di chi lavora ma condizionano anche la vita delle aziende.










