“Abbiamo chiesto all’Antitrust (AGCM) che faccia chiarezza sulla questione dei prezzi e dei costi di produzione del latte, argomento ancora troppo poco indagato, e che si individui la situazione di abuso in cui le imprese di trasformazione operano a danno di chi garantisce una materia prima di qualità.
Basti Pensare che per produrre un chilogrammo di mozzarella si sostengono costi per il latte di almeno 3,5 euro/kg, per cui il prezzo al pubblico di un kg di mozzarella vaccina di qualità non dovrebbe essere inferiore ai 7,5/8 euro/kg.
I consumi, pur in calo congiunturale, sono comunque buoni e la domanda del nostro mercato interno risponde ancora positivamente”. E’ il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, sulla delicata vertenza del prezzo del latte alla produzione in Puglia – dopo la grande manifestazione su Piazza del Ferrarese – che è oggi ben al di sotto dei costi di produzione del latte stesso. In particolare i mangimi (+9,1%) ed il costo energetico (+8%) hanno notevolmente appesantito il bilancio delle aziende zootecniche regionali e, ad oggi, si può calcolare un costo medio di produzione del latte nell’intervallo tra i 41 e 43 euro/quintale alla stalla.
“Emblematico e di grande attualità il caso della burrata di Andria per cui si sta chiedendo l’IGP – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – il cui Disciplinare per il riconoscimento comunitario Indicazione Geografica Protetta non prevede alcuna indicazione dell’origine del latte. E’ una occasione perduta per il territorio e per il latte locale, un’operazione di cui beneficiano esclusivamente artigiani e industriali che vendono prodotto fatto con latte importato dall’estero. Eppure in altre regioni italiane non si sono lasciati sfuggire l’occasione per una corretta valorizzazione della produzione di tutta la filiera, come nel caso del lardo di Colonnata IGP , del salame d’oca di Mortara IGP e del Canestrato di Moliterno, esempi di IGP realizzati con materia prima legata al territorio. Per le dissennate scelte di alcuni i nostri allevamenti versano in una grave situazione, dovuta non solo alla crisi, ma anche e soprattutto a queste evidenti anomalie di mercato”.
Il prezzo del latte alla stalla è diminuito nell’ultimo semestre del 19%, (si è passati da 44,5 cent/litro a 36,00 cent/litro) mentre il prezzo del latte fresco alta qualità al consumo, è stato per tutto il 2014 sostanzialmente stabile con addirittura un leggero aumento, così anche per il latte UHT e la mozzarella vaccina esposte sugli scaffali della distribuzione.
La recente legge n. 27 del 2012 – ricorda la Coldiretti – ha disposto interventi urgenti a tutela della concorrenza e dello sviluppo della competitività prevedendo, all’articolo 62, una disciplina specifica in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari nelle relazioni commerciali. La particolare attenzione alle relazioni contrattuali nel settore agricolo è dovuta al riconoscimento della posizione di “debolezza” in cui versa una parte contraente rispetto ad imprese più forti sul mercato. Il decreto che ha dato attuazione all’articolo 62 vieta le pratiche commerciali sleali e, in particolare, quelle pratiche che determinano prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione medi dei prodotti oggetto delle relazioni commerciali e delle cessioni da parte degli imprenditori agricoli.
In Puglia a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali, e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati quali cagliate, caseine, caseinati e altro, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, ‘manipolati’ e trasformati in prodotti lattiero-caseari “Made in Puglia”.
Coldiretti Puglia