Sono i prezzi ritenuti “insostenibili” per gli agricoltori a determinare il gravissimo stato di crisi del settore agrumicolo delle clementine nel golfo di Taranto denunciato da Cia agricoltori italiani Area “Due Mari” (Taranto-Brindisi).
I cambiamenti climatici di quest’anno, spiegano Vito Rubino e Pietro De Padova, direttore e presidente, dell’associazione hanno inciso “sicuramente in modo negativo, portando a gravi ripercussioni sulla vendita e che hanno causato una percentuale di prodotto di piccole dimensioni non richiesto dal mercato con forti limitazioni nei consumi causati anche dalla pandemia da Covid 19, fattori certamente non prevedibili con gli strumenti a disposizione degli agricoltori”.
Inoltre, aggiungono, “questo stato di emergenza di cose, vanno aggiunti altri fattori che continuano a determinare lo stato di perenne crisi del settore agrumicolo nella nostra zona e dell’intera Italia, questi si prevedibili poichè si trascinano da tanti anni a cui non si riesce a dare una soluzione”.
La Cia Due Mari chiede alle istituzioni di promuovere, “cosi come fanno all’estero di promuovere il consumo di prodotto nazionale fresco come fonte di economia circolare puntando sulla maggiore salubrità dei prodotti italiani. Purtroppo sui mercati in piena campagna agrumicola continua ad arrivare troppa merce che arriva dal Argentina, Cile, Sud Africa, per questo si chiede ancora una volta il prezzo minimo garantito sotto cui non si può produrre”.