di Luciana Doronzo
In Italia, sono 4.500 i frantoi, con la più alta concentrazione in Puglia.
Ed è pugliese il neo Presidente dell’Aifo (Associazione italiana frantoi oleari) di cui fanno parte oltre 500 tra i più importanti imprenditori del settore. Si tratta di Elia Pellegrino, 53 anni, di Andria.
“Un riferimento come l’Aifo – dice il neo Presidente – è necessario per raccogliere le istanze dei frantoiani, guardando alla contingenza del Recovery fund e alla possibilità di rottamazione e degli interventi green asse 1 e 2. Ma non secondarie sono, inoltre, questioni come sostenibilità’ e circolarità”.
– La Puglia è regione leader. Quali strategie per difendere e salvaguardare le nostre produzioni?
La biodiversità delle 500 cultivar italiane, il Mercato oleario all’ingrosso da ottimizzare con la CUN olio (sistema innovativo delle borse merci telematiche); la creazione di un network della filiera che ottimizzi acquisto olive/trasformazione/vendita olio sfuso; olioturismo apertura multimediale delle strutture dei frantoi; valorizzazioni delle diversità tecnologiche e della professionalità del MASTRO DI FRANTOI legge regionale Regione Puglia 2014 (relatore l’attuale assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia)
– La Xylella ha costretto alla chiusura molti frantoi. Che cosa possono fare i frantoiani per contrastare, insieme a politica, scienza, produttori, per scongiurare il pericolo che minaccia ora anche le province Bari e Bat?
La Xylella non è mai stato un problema del solo Salento o della sola Puglia. Tutto si ripercuote sul comparto nazionale abbattendo la produzione della regione che da sola vale circa la metà del prodotto nazionale. Le buone pratiche agronomiche da inculcare ai produttori olivicoli, la pulizia e manutenzione dei cigli strada e dei viadotti per le Pubbliche amministrazioni, l’esortazione e la sensibilizzazione della politica alle difficoltà del comparto post-xylella, la spinta e la solidarietà alla buona scienza impegnata da anni a risolvere di arginare/debellare il problema e fortemente arginare le pratiche di santoni e veggenti che con pratiche e rimedi costosi e farlocchi offrono soluzioni non efficaci. Sicuramente sarà un tema importante e lo è per noi già da anni.
– In che modo l’associazione può’ contribuire a rilanciare il comparto olivicolo/oleario.
Sino al 2025, contiamo di provvedere ad una riorganizzazione interna con l’individuazione di specifiche aree di intervento e la realizzazione delle macro aree di comparto. Le questioni sono tante, articolate e complesse, dal Mercato, all’Ambiente, all’Etica, alla Scienza, al Turismo, ecc. Ma la buona volontà è quella che ci caratterizza, faremo la nostra parte.