Esistono le vacche felici? Sì, il benessere animale è un obiettivo possibile ed il rispetto verso le vacche porta salute ai consumatori, a cominciare dal latte.
E’ quanto è emerso nel convegno “Latte 4.0 – Istruzioni per il futuro” che si è tenuto ieri, 18 ottobre, nell’Aula Magna della facoltà di Veterinaria a Valenzano (Bari) su iniziativa dell’Associazione Regionale Allevatori Puglia.
“Andiamo a fare la spesa, ci sono sei caciocavalli, in apparenza tutti uguali. Ma a guardare bene, con qualche secondo di attenzione, notiamo subito la differenza: è il colore. Dipende – hanno sottolineato gli esperti – da come l’animale è stato alimentato: la differenza inizia qui, e non è solo racchiusa nel prezzo”.
“Il latte è omologato perché gli animali non possono scegliere cosa mangiare, sono in stalla, relegati al ruolo di bio trasformatori di derrate alimentari zootecniche, che quando va bene – ha detto il dott. Michele Polignieri, responsabile scientifico dell’evento – sono costituite da mangimi con un po’ di fieno, la cui conduzione in regime di allevamento condizionato li condanna al rango di animaloidi produttori di simil latte e simil carne”. Un SOS, insomma, per un comparto in profonda crisi come quello zootecnico dove si continua a produrre troppo latte, senza badare – è stato evidenziato – alla sua qualità intrinseca e senza condividere con i consumatori i giusti strumenti di conoscenza, per fare la differenza con le loro scelte di acquisto. La Puglia intanto riafferma il suo primato di maggiore polo zootecnico nel Mezzogiorno. Ecco i dati produttivi del latte bovino italiano in dettaglio: Italia, 11.000.841 tonnellate; Puglia, 344.103 tonnellate; Sicilia, 178.549 tonnellate; Calabria, 60.290 tonnellate; Basilicata, 120.022 tonnellate; Campania, 201.879 tonnellate; Molise, 68.956 tonnellate; Abruzzo, 69.861 tonnellate