Annata di scarica nelle zone a maggior vocazione olivicola, male la Puglia (-51%) che resta polmone olivicolo nazionale
Crolla la produzione di olio extravergine d’oliva italiano ma la qualità di uno dei prodotti simboli del Made in Italy resta eccellente.
È quanto emerge dall’esclusiva indagine condotta dagli osservatori di mercato di CIA-AGRICOLTORI ITALIANI, ITALIA OLIVICOLA e AIFO (Associazione italiana frantoiani oleari), che fotografa un’Italia dell’olio spaccata in due, con la produzione al Sud in forte calo a differenza della netta ripresa, rispetto allo scorso anno, delle regioni centrali e settentrionali.
La campagna che sta iniziando segnerà un netto -36% con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte a fronte delle oltre 366.000 tonnellate della scorsa stagione.
A trascinare al ribasso le stime saranno, appunto, le Regioni del Sud, da cui dipende gran parte della produzione italiana: evidente il calo della Puglia (-51%) che risente in maniera pesante della ciclicità del raccolto, con l’attuale stagione di scarica, a due anni dalla gelata che azzerò la raccolta nelle province di Bari, Bat e Foggia destabilizzando le piante.
Non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla xylella dove si stimano 2000 tonnellate di olio ed un calo del 50% rispetto allo scorso anno.
Puglia che, nonostante quest’annata difficile, resta il polmone olivicolo nazionale con le 101mila tonnellate di prodotto stimate, pari al 44% della produzione italiana complessiva.
Al secondo gradino del podio sale, a sorpresa, la Sicilia (-17% rispetto allo scorso anno) che scalza la Calabria (-45%) grazie alle buone temperature di queste settimane.
Segno negativo anche per altre regioni importanti dal punto di vista produttivo come Campania (-12%), Basilicata (-20%), Molise (-20%), Sardegna (-26%) e Abruzzo (-33%).
Situazione ribaltata nelle regioni centrali e settentrionali, invece, grazie al clima positivo durante il periodo della fioritura e agli attacchi contenuti della mosca.
Sostanzialmente stabile la produzione nel Lazio (+6%), ottimi rialzi per Toscana (+24%), Umbria (+40%), Marche (+48%), ed Emilia Romagna (+52%).
L’oscar per il miglior incremento produttivo, nonostante le quantità sempre di molto inferiori alle regioni a maggior vocazione olivicola, lo vince la Lombardia (+1727%) che passa da 123 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotte alle 2248 tonnellate stimate per quest’annata.
Grande crescita anche per Liguria (+145%), Trentino Alto Adige (+265%), Friuli Venezia Giulia (+770%) e Veneto (+995%).
“Siamo di fronte ad un’annata a due facce, con i cali nelle regioni meridionali che producono la stragrande maggioranza dell’olio italiano e la ripresa delle regioni centrali e settentrionali che hanno beneficiato di un clima più clemente – ha detto il Presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino -. Ora bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi”.
“La quantità quest’anno, a causa della ciclicità del raccolto, non sarà elevata mentre fortunatamente conserveremo inalterata la qualità eccellente del nostro prodotto– ha dichiarato il Presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini -. Quest’annata dimostra, una volta di più, come non sia più rimandabile un Piano Olivicolo Nazionale che consenta di impiantare nuovi uliveti e recuperare quelli abbandonati. Occorre inoltre un lavoro istituzionale condiviso per cercare di garantire, su tutto il territorio nazionale, il giusto valore al lavoro dei nostri agricoltori”.
“La qualità del nostro olio sarà eccellente ma dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori – ha sottolineato il presidente di Aifo, Piero Gonnelli -. Siamo ancora lontanissimi dal soddisfare in toto il fabbisogno dei consumatori italiani e dovremo lavorare su questo nei prossimi mesi in sinergia con tutti i protagonisti della filiera”.
STIME CAMPAGNA OLEARIA PUGLIA 2020 – 2021 (Cia-Agricoltori Italiani/Italia Olivicola/Aifo)
Per la regione Puglia non si delinea una buona campagna produttiva e la variazione percentuale rispetto all’annata precedente mostra il segno negativo e viene stimata pari al -51%.
Nelle province di Bari e BAT, areale più produttivo della regione e dell’Italia, si attende un calo della produzione dell’ordine del -55% rispetto all’annata precedente.
La campagna 2019/2020, infatti, era stata abbondante e non sorprende ora che a prevalere siano oliveti con minore produzione a causa del tipico fenomeno dell’alternanza.
Come spesso accade in olivicoltura, la produzione non è uniforme ed accanto ad oliveti scarichi se ne osservano altri con buoni livelli di carica.
Dietro situazioni di difformità certamente troviamo diverse varietà, con diverse risposte agli eventi climatici che hanno caratterizzato la stagione, e diversi microclimi che sono conseguenza della grande variabilità territoriale.
In generale, repentini abbassamenti di temperatura in fioritura associati a condizioni climatiche avverse, piogge e venti forti, hanno fatto sentire i loro effetti negativi in particolare sulla cultivar Coratina mentre le cultivar Cima di Bitonto e Favolosa ne hanno risentito di meno, e tanto la fioritura quanto la fruttificazione sono risultate migliori.
Complessivamente però il risultato è negativo e la produzione attesa non si ritiene supererà il 45% dei quantitativi raggiunti nella scorsa annata.
Sotto il profilo fitopatologico, la mosca olearia nella prima fase di accrescimento del frutto, nel mese di luglio, ha colpito fortemente nelle zone costiere ma il sopraggiungere delle alte temperature del periodo estivo e l’assenza di piogge ne hanno contenuto lo sviluppo e i danni.
In termini qualitativi le olive si presentano in ottimo stato sebbene, negli oliveti in asciutto, a causa della forte siccità si siano osservati raggrinzimenti che hanno fatto temere, in assenza di precipitazioni, che l’olio potesse acquisire sentori di legno. Problematica che sembra essere superata.
Negli oliveti irrigui la qualità attesa è sempre stata ottima.
In provincia di Foggia, l’areale dell’Alto Tavoliere, dove a prevalere è la varietà Peranzana, tardiva e che ancora non ha raggiunto la maturazione, è presente una buona produzione e i frantoi sono previsti in apertura nella seconda metà di ottobre.
Nel basso Tavoliere e sul Gargano la produzione risente invece di eventi atmosferici sfavorevoli, dai ritorni di freddo in primavera alle grandinate di agosto accompagnate da precipitazioni intense, le cosiddette bombe d’acqua, tanto che in poche ore è caduta la metà della pioggia di un intero anno. Anche sotto il profilo qualitativo, in generale ottimo, fa eccezione la produzione del Gargano dove si osservano forti attacchi in atto di mosca olearia. Fatte le dovute mediazioni a livello provinciale ci si attende una riduzione rispetto alla campagna precedente di circa il -35%.
In provincia di Lecce le indagini sul territorio non possono non rilevare un calo produttivo (-50%) dovuto sì all’andamento climatico sfavorevole ma soprattutto all’avanzare della Xylella, disseccamento rapido dell’olivo.
Non si supereranno, comunque, le 2000 tonnellate di olio prodotto.
Sotto il profilo climatico, alla buona fioritura agevolata da precipitazioni che l’hanno immediatamente preceduta è seguita una allegagione meno interessante e infine una scarsa fruttificazione. L’estate molto calda, con temperature alte e costanti, ha tenuto sotto controllo la mosca, influendo positivamente sulla qualità del prodotto, ma in termini quantitativi si prevede un calo del 50% rispetto alla precedente annata che già era stata purtroppo un’annata scarsa.
In provincia di Brindisi come nel resto del Salento l’incontro tra le condizioni climatiche e i danni da Xylella si traducono in una produzione complessiva stimata per tutta la provincia di circa 22.000 tonnellate che rappresenta un caldo del 26% rispetto alla campagna precedente e che riporta i quantitativi stimati a livello della campagna 2018/19.
Anche in provincia di Taranto, per analoghe motivazioni, la produzione viene stimata nell’ordine del -50% rispetto alla annata precedente.