Vacanze studio ma senza libri a Ceglie Messápica grazie alla Fondazione Francesca Diletta Gobbi
Testo e foto di Luciana Doronzo
Il silenzio della campagna, la quiete che si insinua tra gli ulivi. La culla della Fondazione Francesca Diletta Gobbi è questo Resort “Le Specchie” di cui sette trulli allineati, con dodici coni colorati (da un’idea di Paolo Gillone) sono il simbolo.
Ogni trullo è caratterizzato da una parola, che rimanda alla figura di Francesca Diletta, la più, piccola dei quattro figli di Leonzio Gobbi e Loredana Ricci: aveva dieci anni quando nell’aprile del 2019 un tumore se l’è portata via, lasciando un vuoto incolmabile ma anche un ricordo energico.
Già, perché è l’energia il filo conduttore di questo progetto che sotto il vestito dell’attività ricettiva registra un’offerta turistica diversa (in un’area tra le più rappresentative della regione) tesa da una parte a garantire condizioni di assoluto relax in un contesto rurale – di cui la piscina è la sola eccezione – e dall’altra a sostenere, con iniziative varie, attività legate alla ricerca oncologica e al contrasto del disagio sociale.
Leonzio – Lello per gli amici – e Loredana (originaria di Ceglie Messápica) entrambi docenti di materie letterarie a Torino e appassionati di musica, hanno però voluto offrire anche una opportunità ai propri alunni, studenti delle superiori, per una vacanza formativa, una settimana di studio esperienziale sulla vita in campagna, gratuita e d’intesa con le famiglie.
“Gli studenti torinesi -racconta Leonzio – per tre settimane a rotazione vengono qui e sono impegnati in una serie di attività che l’agriturismo richiede, come per esempio la coltivazione e la raccolta di ortaggi e frutta. I genitori – continua Leonzio – sono ben contenti di mandare i loro figli nella nostra struttura, consapevoli che oggi si ha bisogno di fare esperienze coinvolgenti e in contesti diversi dalla quotidianità’ delle grandi città”.
“Francesca Diletta – dice Loredana Ricci – è qui che ha passato i suoi giorni più sereni. È lei che mi ha trasmesso la forza di andare avanti, e da quel momento di grande dolore è nata l’idea di trasmettere agli studenti l’importanza del vivere sano e del volontariato quando si ha di fronte persone che soffrono”.