In controtendenza rispetto al resto del Paese. Chiesto blocco adempimenti fiscali
di Michele Peragine
È il settore alberghiero quello più colpito dall’emergenza Coronavirus. -73,3% la performance peggiore causata dal rallentamento degli spostamenti e dal fermo delle attività commerciali e dalla paralisi del turismo.
In tutto il paese sono molte le strutture alberghiere chiuse. Il personale in ferie o in cassa integrazione.
Ci sono però delle eccezioni. A Brindisi, dove una decina di hotel e 500 posti letto restano in attività.
Pierangelo Argentieri, imprenditore alberghiero afferma: “Gli alberghi anche in situazione di crisi, come quella che stiamo vivendo, devono dare un servizio pubblico. Alcuni colleghi hanno deciso di erogare servizi perché in albergo ci sono trasfertisti che permettono all’Italia di andare avanti e garantire i servizi essenziali. L’Italia deve andare avanti e noi garantiamo un letto e un pasto caldo”.
Il comparto deve far fronte a costi straordinari, come ad esempio la sorveglianza. I costi si rincorrono.
“Bisogna sospendere la maggior parte dei tributi presenti in maniera così continua e rigida, quindi IMU e TARI in particolare”, afferma Argentieri, ” è utile rimandare le scadenze senza scatenare uno tsunami di pagamenti, successivo a questo periodo”.