Si svolgeva un mese fa il Vinitaly 2019. La rassegna veronese e’ tra le più importanti del settore enologico a livello internazionale. Questa edizione, in particolare ha segnato il debutto di Massimo Tripaldi come neo presidente di Assoenologi della sezione Puglia, Basilicata e Calabria.
– Presidente, che bilancio tracciamo a conclusione della manifestazione veronese?
Sicuramente il Vinitaly appena concluso è stato positivo. Molto stimolante sapere che la Puglia tutta, ormai, non è più considerata un serbatoio, ma un laboratorio di continue scoperte enologiche che riesce a stimolare la fantasia di chi si approccia alla nostra regione.
– Quale lo stato di salute dei vini del Sud, e della Puglia in particolare?
Lo stato di salute dei vini pugliesi è ottimo, continuiamo a migliorare qualitativamente e questo ci è riconosciuto senza indugi, non solo in Italia, ma anche all’estero e molte regioni del sud ci guardano come un modello virtuoso da seguire.
– Quali sono le criticità, i punti di forza e le prospettive di crescita?
Partiamo dai punti di forza fra i quali, soprattutto, le autoctonie, intese non solo come vitigno, ma soprattutto come complesso vitigno-territorio-uomo. Abbiamo una varietà di aree all’interno nelle quali è possibile esaltare al meglio uno dei nostri vitigni tipici, affiancando al vino delle storie affascinanti di luoghi e uomini incredibili: dobbiamo solo stare attenti a non smettere mai di cercare la migliore combinazione fra questi elementi. Una delle criticità più grandi è, infatti, il voler produrre in tutti i posti ciò che il mercato chiede di più, senza sforzarsi di raccontare al mercato che, oltre a ciò che è già conosciuto, ci sono altre combinazioni di vitigno-territorio- uomo che vanno valorizzate in quanto non sono da meno di quelle già conosciute.
– Il migliore rapporto qualità-prezzo continua ad essere un valore sia in Italia che all’estero?
Sicuramente è stato uno dei motivi che hanno permesso l’affermarsi dei nostri vini e per questo ha anche attirato tanti investimenti nella nostra regione. Noi non possiamo accontentarci di questo in quanto abbiamo le potenzialità per restare competitivi pur proponendoci in fasce di prezzo ben più elevate.
– Il Rosato e’un’espressione tipica della Puglia. Non trova una contraddizione la tendenza a “provenzalizzare” un prodotto che alle nostre latitudini ha caratteristiche proprie?
Sicuramente lei si riferisce soprattutto al colore. In questo caso bisogna essere cauti e costruttivi. Il colore è uno degli aspetti per valutare un vino. Nel caso dei rosati è la prima delle discriminanti nella scelta da parte del consumatore. Lo sforzo, secondo me, sarà quello di offrire un prodotto accattivante per i moderni consumatori di questa tipologia, senza tradire la tipicità dei nostri rosati. Sfruttando al meglio quelle che sono le conoscenze e le tecnologie oggi a nostra disposizione, sicuramente riusciremo a trovare la strada maestra per essere accattivanti nella nostra tipicità. Anche per questo c’è la necessità di mettere insieme tutto il mondo della ricerca e studiare le migliori soluzioni tecnologiche possibili.
– In che modo Assoenologi intende contribuire a formare le giovani leve, determinanti per la valorizzazione dei nostri vitigni autoctoni?
I giovani potranno sicuramente essere un valore aggiunto per la nostra Regione. Assoenologi è da sempre vicina ai neolaureati e diplomati in enologia. Il nostro sforzo sarà proporci come catalizzatori di un processo di sintonizzazione fra le varie strutture di ricerca presenti sul territorio e le aziende, con la certezza che un programma di ricerca condiviso e sinergico potrà dare a tutti strumenti scientifici per migliorare le produzione e la stessa comunicazione dei nostri vini e territori ed in tutto questo, certamente, si dovrà dare spazio ai giovani che, con la loro voglia di fare, dovranno essere i primi attori.
– Nel 2019 Matera, capitale europea della Cultura, ospiterà il Congresso nazionale di Assoenologi. Che evento sarà? E quali opportunità potranno determinarsi per la promozione dei nostri vini?
Sicuramente il congresso di Matera sarà un momento importantissimo per la nostra sezione, che ci vede impegnati (gli enologi lucani in primis) ad offrire a tutti i congressisti un’ immersione nella cultura, nella tradizione, nei profumi e nei sapori di questa bellissima regione.
Sarà un congresso incentrato soprattutto sulla cultura nelle sue varie sfaccettature: si parlerà di viticoltura eroica, ci sarà la possibilità di degustare i vini di questo fantastico territorio facendo visitare i luoghi di produzione e, vista la risonanza che l’evento avrà a livello nazionale e internazionale, sarà un’occasione unica per lasciare nella memoria e nel cuore dei partecipanti una traccia indelebile.