Antonio Mario Zaccheo:
Toscana nel calice, Puglia nel cuore
di Luciana Doronzo
Toscano d’adozione, pugliese di nascita, Antonio Mario Zaccheo e’ uno degli imprenditori piu’ noti nel settore vitivinicolo.
Era il 1967 quando, insieme a Giovanni Carlo Sacchet, fondo’ l’azienda CARPINETO Grandi Vini di Toscana col proposito di produrre un Chianti Classico di livello internazionale. Una rivoluzione, per quei tempi.
I due soci, uno pugliese l’altro bellunese, videro nella Toscana un enorme potenziale dove poter produrre grandi vini applicando le tecniche più all’avanguardia e aumentare gli standard qualitativi dell’epoca. E ci riuscirono.
Sotto la loro direzione, la Carpineto è cresciuta fino a diventare un brand dal successo internazionale che attualmente esporta in 70 paesi del mondo con una quota d’esportazioni sul fatturato totale pari all’89%, cinque tenute nei territori più vocati della Toscana e un volume di bottiglie totali prodotte di oltre 3 milioni.
I suoi vini, di grande intensità ed estratto, inclusi ormai da anni nella classifica dei TOP 100 al mondo di Wine Spectator, hanno avuto grandi successi di pubblico e critica, come testimoniano numerosi premi e riconoscimenti internazionali. In questi giorni e’ in Puglia, per un rigenerante ritorno alle origini.
Potremmo dire veramente la “Toscana nel calice e la Puglia nel cuore” per Antonio Zaccheo?
La Toscana è quella che mi ha dato le più grandi soddisfazioni e ovviamente le sono riconoscente ma la Puglia è stata la mia palestra.
Lei è nato in Puglia, dove? Da genitori entrambi pugliesi?
Sono nato a Bari, mio padre era pugliese, di Turi, mia madre era di Treviso, quindi prosecco!
Suo padre era produttore vinicolo, quindi la sua infanzia l’ha passata in un contesto ambientale di natura,agricoltura, vigneti?
Mio padre è stato agricoltore, ma è stato anche uno dei primi imprenditori della zona, noi avevamo un mulino, un frantoio oleario, una cantina a Turi e anche a Lariano nei Castelli Romani; vari allevamenti di bestiame, una importante azienda vitivinicola a San Severo di Foggia e io sono nato in mezzo a queste cose.
Che ricordi ha della sua infanzia in Puglia?
Bellissimi perché ho vissuto come dico sempre la fine del medioevo in agricoltura e l’inizio di una era più meccanizzata e tecnologica che era quello che più mi appassionava.
Ha nostalgia delle radici?
Certo, perché come tutti gli animali giovani non apprezzavo quanto avrei dovuto quello che avevo e vedevo tutti i giorni.
Come era la Puglia agricola e vinicola di 50 anni fa?
Medioevo come dicevo ma grazie al lavoro delle persone, laboriosissime e competenti, era un giardino immenso, anche questo l’ho capito dopo.
Quando ha lasciato ha poi continuato a frequentarla? I suoi genitori sono rimasti lì e hanno mantenuto l’attività?
Ero un cattivo studente e mio padre mi mise in collegio a Roma a 14 anni. Mia madre era morta poco prima e mio padre aveva sempre viaggiato tra Bari e Roma portandomi con sé da quando avevo 4 anni. Le varie attività sono poi state man mano chiuse fino alla fine degli anno ’70.
Oggi le sue vecchie terre, i vigneti quali sono?
Le vecchie terre sono state vendute tutte negli anni e quando capito da quelle parti vado ancora a visitarle. Sono un sentimentale per certe cose. La vecchia cantina di mio padre la vendetti io a certi miei amici. i Coppi, con i quali siamo sempre in ottimi rapporti e ogni volta che vado laggiù sono loro ospite. E per me è come tornare in famiglia.
Non ha mai pensato a produrre vino in Puglia?
Certo, ma ormai la la mia vita è in Toscana e poi faccio fatica a pensare che si possano gestire con la dovuta cura aziende così distanti tra loro. E’ faticoso adesso con le nostra aziende già nella sola Toscana, figuriamoci se ci fosse anche la Puglia!
Da un punto di vista agricolo, di potenzialità etc.. Quali differenze ci sono tra la Puglia e la Toscana?
Enormi, il clima innanzi tutto, la mentalità, la morfologia: la Puglia è un altro mondo.
Negli ultimi anni la Puglia ha fatto passi da gigante anche nel vino, e anche molto commercialmente parlando, come vede lei la Puglia di oggi nel vino?
La Puglia vinicola ha origini antichissime, è mancata l’iniziativa ed anche la spinta a produrre meno e bene, nel passato, ora che l’approccio è cambiato i risultati cominciano a vedersi.
Ci sono ancora molte potenzialità da sviluppare?
Sì certamente, credo che il mercato per la Puglia sia solo all’inizio.
Ha mai pensato negli anni di tornare a fare vino anche in Puglia, riallacciare i legami con le sue origini?
Certo, come sogno di tornare a sedici anni di età!
Qual’è il suo vino pugliese preferito?
Risposta scontata, il Primitivo, sono nato a bagno in quel vino.
E l’abbinamento ideale a tavola? Ovviamente intendo con un piatto pugliese!
Un vero pugliese beve quel vino con tutto. Io lo preferisco su di un piatto di orecchiette al sugo di agnello ricoperto da una abbondante nevicata di pecorino piccante o, la famigerata ricotta forte (ascuante) in gergo locale.